Lunedì, 8 aprile 2024
Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? (Ebrei 12:8)
Sono tanti i versetti che ci ricordano i privilegi di essere figli di Dio, la grandezza dell’amore che ci ha manifestato, dandoci di essere chiamati Suoi figli, la certezza di avere il diritto di essere figli di Dio, eredi di Dio e coeredi di Cristo, la sicurezza della Sua paterna provvidenza e protezione.
La Parola di oggi, però, ci ricorda un altro privilegio:
Dio ci tratta come figli, anche quando ci corregge.
Continuando la lettura del nostro testo vediamo come lo Spirito Santo aggiunge che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza, assicurando, però, senza alcuna ombra di dubbio che, in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.
È triste notare come talvolta la contrizione di quando fummo convinti di peccato che ci faceva dire:
Non sono degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servi, lasci così facilmente il posto alla ribellione mentre Lui ci corregge trattandoci come Suoi figli!
Carissimi, possa lo Spirito Santo trovare in noi la disponibilità a essere trattati – in tutto e per tutto – come figli di Dio.
Impariamo a riconoscere l’amore del Padre non solo quando ci fa riposare nei pascoli erbosi, ma anche quando ci fa passare nella valle oscura; ringraziamoLo quando dice di sì, ma anche quando dice di no; fidiamoci di Lui quando subito arriva e quando si fa aspettare, quando accarezza e quando percuote, quando ci culla e quando ci scuote.
In qualsiasi circostanza e in ogni tempo, non dimentichiamo mai che il Padre ci ha tanto amato da dare il Suo Unigenito Figlio per noi per la nostra redenzione. Avendo investito così tanto nella nostra salvezza, Lui non sarà mai disponibile a rinunciare alla nostra correzione.
Perciò, se senti che il Signore ti sta disciplinando, correggendo e riprendendo, ascolta la Sua “spiegazione”:
Quelli che amo, io li riprendo e li correggo!
