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FEDE CHE “PENSA”

Lunedì, 14 ottobre 2024

… di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono uomo sottoposto all’autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: “Vai”, ed egli va; a un altro: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo”, ed egli lo fa (Luca 7:7, 8)

Le parole del centurione rivelano una qualità della fede che è molto importante se desideriamo realizzare l’opera di Dio nella nostra vita: una fede che “pensa”!

Gesù lodò e ricompensò la fede di quel militare che, avendo sentito parlare di Lui, aveva compreso, non grazie ad un’intuizione ma come risultato miracoloso della rivelazione, che il Signore aveva un’autorità soprannaturale infinita.

Era chiaro per il centurione che Gesù era in grado fare qualunque cosa, in qualsiasi momento e ovunque.

Troppo spesso le scelte di fede sono incoraggiate facendo leva sull’emotività e sull’impulsività, quasi consigliando di “spegnere il cervello”, ma la Bibbia non insegna così.

La fede viene dall’udire che si ha per mezzo della Parola di Cristo: questo è il tipo di “ascolto” che ci comunica una conoscenza soprannaturale delle cose di Dio, rivelandoci le Sue capacità, la Sua volontà e la Sua potenza infinita.

Dunque, se vogliamo entrare nel campo del “miracoloso”, è necessario che impariamo ad avere una fede che pensa, fondata sulla Parola di Dio.

Se Abraamo non venne meno nella fede, pur vedendo che il suo corpo era svigorito e che Sara non era più in grado di essere madre, fu perché era pienamente (e ragionevolmente) convinto che quello che Dio ha promesso, è anche in grado di compierlo.

Perciò, carissimi, Dio ci aiuti a vivere una vita di fede “informata e pensante” che non si nutre di impulsi emotivi ed estemporanei ma si affida totalmente e convintamente alla cura dell’Onnipotente!