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UN PRIVILEGIO E UN ONORE

Lunedì, 1 Luglio 2024

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me

(1 Timoteo 1:12 )

Nel nostro versetto l’apostolo Paolo dichiara, come tante altre volte nella sua vita, il privilegio che gli è stato dato di diventare servitore di Cristo. L’attitudine di riconoscenza e la consapevolezza dell’onore di essere impegnati al servizio di Dio sono tratti distintivi della testimonianza di tanti credenti che, nella storia biblica, in quella del cristianesimo e ancora oggi, hanno servito e servono Cristo con gioia, con zelo e con profitto.

Dobbiamo riconoscere però che riguardo al servizio talvolta si insinuano dei concetti e dei sentimenti che possono portarci lontano dall’approvazione divina. Ne considereremo due, forse i più pericolosi.

Pensiamo alla tendenza, che a volte si può insinuare in noi, di servire col sentimento di chi stoicamente si vede e si racconta facendo riferimento a rinunce, sacrifici, talvolta fino all’esagerazione di percepirci e di raccontarci agli altri come martiri e vittime.

D’altro canto, pur apparendo come l’esatto contrario del precedente, c’è un altro modo di servire il Signore dal quale dovremmo rifuggire terrorizzati: l’idea di essere una specie di eroi che compiono gesta mirabili per la gloria di Dio e verso i quali tutti devono essere grati e riconoscenti.

Dio ci aiuti a non indulgere né nell’atteggiamento vittimistico e né in quello eroico, perché alla fine, mettendo al centro il “servitore” e non il “Padrone”, diventano, un modo per cercare l’apprezzamento e l’ammirazione degli altri.

Servire il Signore, essere impegnati nel diaconato, nell’evangelizzazione, nel ministerio e in qualunque altro “servizio” per la gloria di Dio, non fa di noi né delle vittime, né degli eroi, ma soltanto dei privilegiati. Si dica anche di noi, come dei servi di Salomone:

“Beati questi tuoi servitori”.

Che privilegio, che onore!