Lunedì, 10 Giugno 2024
Il Signore, Dio, mi ha dato una lingua pronta, perché io sappia aiutare con la parola chi è stanco. Egli risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perché io ascolti, come ascoltano i discepoli (Isaia 50:4)
Abbiamo già considerato l’“epidemia” di stanchezza che imperversa in questo tempo e di come una spossatezza di varia natura e intensità, non risparmi nessuna generazione.
Abbiamo ragazzi stanchi, adolescenti e giovani affaticati; la fatica esistenziale alimentata da tante preoccupazioni e responsabilità, aggrava la vita di molti padri e madri di famiglia, giovani, adulti e anziani. La settimana scorsa abbiamo notato come la soluzione di Dio sia il Cristo, Colui che è stato mandato per “aiutare con la parola”, abbiamo scelto insieme di gettare su Lui ogni nostra preoccupazione, sapendo che Lui ha cura di noi.
Quest’oggi non possiamo ignorare che il nostro versetto non si riferisce soltanto al divino Maestro, ma traccia una linea d’azione che nessun servitore di Dio può trascurare: a noi(a tutti noi!)il Signore ha affidato “una parola” che porta sollievo per gli stanchi, coraggio a chi sta venendo meno, forza a che non ne ha più. Il profeta parla di un discepolo “risvegliato” ogni mattina per apprendere ciò che deve condividere, per “aiutare chi è stanco”.
È vero che Gesù parla agli stanchi e da loro riposo, ma è altresì vero che Egli ha detto:
“Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi”.
Perché ci manda Gesù? Per predicare, insegnare e condividere il Vangelo, la BuonaNotizia della grazia di Dio per la salvezza di quelli che confidano in Lui!Perciò, carissimi, se incontriamo persone stanche, senza disprezzo e senza giudizio, senza arroganza e alimentati da un amore sincero, comunichiamo loro la meravigliosa Parola di Cristo che è in grado di rialzare chi è caduto, fortificare chi infiacchito, rivitalizzare chi sta per svenire, perché insieme possiamo proseguire verso la meta, dove ci attende, a braccia aperte, il nostro amato Gesù.